Centrale Termoelettrica di Fiume Santo – Sassari

La centrale termoelettrica di Fiume Santo (Sassari) si estende su un’area di circa 153 ettari sul Golfo dell’Asinara ed è una delle dodici centrali alimentate a carbone attualmente attive in Italia. L’impianto è di proprietà della multinazionale EPH, gruppo ceco, presente in Italia con altre realtà produttive sparse sul tutto il territorio nazionale. Con una potenza netta di circa 600 MW, rappresenta una delle più importanti realtà produttive della Sardegna nord-occidentale.

L’impianto termoelettrico è composto essenzialmente da 2 gruppi di generazione a carbone ognuno della potenza lorda di 320 MW, composti in sequenza da un generatore di vapore con surriscaldatore e risurriscaldatore, una turbina a vapore (Ansaldo) e un generatore elettrico. Il rendimento termodinamico del ciclo è tra 34%-36%. I fumi di combustione, di entrambi i gruppi di generazione, sono convogliati su una ciminiera alta 200 m e costruita in cemento armato.

La centrale utilizza acqua marina come fluido di raffreddamento, ossia l’acqua marina raffredda il vapore esausto in uscita dalle turbine. L’acqua prelevata ed utilizzata viene restituita all’ambiente marino con un leggero incremento di temperatura, differenza di circa 10°C.

PRODUZIONE ENERGETICA: L’energia elettrica prodotta da una centrale elettrica si distingue in energia immessa in rete ed energia prodotta. La prima quota conteggia la quantità di energia elettrica messa a disposizione dalla centrale al mercato elettrico, e quindi venduta in rete. Mentre la seconda voce rappresenta la quantità di energia effettivamente prodotta dall’impianto, comprende anche la quota di energia necessaria per i consumi dei macchinari elettrici interni alla centrale.

  • potenza elettrica lorda pari a 640 MW
  • potenza elettrica netta pari a 580 MW;
  • potenza autoconsumo pari a circa 60 MW
  • ENERGIA NETTA ANNUA PRODOTTA: 3.364 GWh (media ultimi tre anni). Pari al fabbisogno di circa 1.250.000 famiglie

APPROVVIGIONAMENTO E CONSUMO DI MATERIE PRIME: L’impianto funziona, come già detto, principalmente a carbone con un consumo di circa 120 t/h per sezione, nelle condizioni di carico nominale. Però durante le fasi di avviamento può essere utilizzato anche gasolio e OCD fino alla stabilizzazione della combustione a carbone.
Le sezioni di generazione possono inoltre utilizzare Biomasse di origine vegetale in percentuale inferiore al 5% in calore.
L’approvvigionamento del carbone è effettuato via mare, in quanto la centrale dispone di una banchina (con concessione demaniale) sita nel porto industriale di Porto Torres, distante circa 7 km, a cui è collegata con un sistema di nastri trasporto carbone. Il carbone viene stoccato presso un deposito.
L’acqua di mare utilizzata per uso industriale (processo e raffreddamento) è pari a circa 793.660.000 m3 annui.

EMISSIONI ATMOSFERICHE: Per il controllo di tali emissioni la Centrale di Fiume Santo è dotata di strumentazioni analitiche funzionanti in continuo, installate in ciascuna delle due canne interne (ogni sezione di produzione ha la propria canna di espulsione) della ciminiera.
I sistemi di trattamento attualmente operativi sono i seguenti:

  • Impianto di Desolforazione, per la riduzione degli SO2: dimensionato per trattare i gas di combustione provenienti dal generatore di vapore;
  • Impianto di Denitrificazione, per la riduzione degli NO2: i fumi provenienti da ciascuna caldaia (costituita da 24 bruciatori tangenziali con serrande OFA) sono convogliati al reattore SCR (Selective Catalityc Reduction), dove vengono a contatto con il catalizzatore, disposto su 3 livelli, dove è iniettato l’agente riducente: l’ammoniaca gassosa;
  • Precipitatore Elettrostatico, per la riduzione delle Polveri: da cui i fumi depurati sono convogliati all’impianto di desolforazione e successivamente al camino.

Altri rifiuti prodotti dalla centrale sono ceneri leggere da combustione del carbone e il gesso della desolforazione che vengono avviati (come da direttiva europea) a recupero e smaltimento. Mentre, i rifiuti pericolosi sono costituiti essenzialmente da oli lubrificanti usati, avviati al recupero tramite il consorzio obbligatorio degli oli, e da materiali isolanti per coibentazioni derivanti dalle attività di manutenzione.

Fonti: